*9 novembre 1971*
Un’esercitazione congiunta tra Italia e Regno Unito.
Un addestramento di routine.
È previsto il decollo di dieci aeroplani della Royal Air Force.
Tutti contrassegnati sulla fusoliera da un numero progressivo scritto col gesso.
A bordo, la tensione dei più giovani e la compostezza dei più esperti.
Luce verde dalla torre di controllo.
I velivoli iniziano il rullaggio.
Decollano a distanza di quindici secondi l’uno dall’altro.
Improvvisamente una fiammata.
Poi, il buio.
"*Gesso 4*" è in mare.
A bordo del velivolo 46 paracadutisti dell’ *Esercito* e 6 membri dell'equipaggio britannico.
In pochi istanti, il mare della *Meloria* si chiude sopra di loro.
Un mare che diventa abisso.
Partono le operazioni di recupero.
Le *Forze Armate* si mobilitano.
Dopo giorni viene individuato il relitto di “Gesso 4” e il suo tragico carico di vite spezzate.
Tra i soccorritori un giovane paracadutista, il *Sergente Maggiore Giannino Caria*, del *Battaglione Sabotatori della Folgore*.
Raggiunge la Meloria insieme ai colleghi.
Sa che non può restare a guardare.
Come tutti, sente quella sciagura gravare su di lui. Una responsabilità morale.
Si immerge nel mare. Più volte. Con determinazione. Con rispetto.
Con l’unico pensiero di restituire ai familiari dei commilitoni i corpi dei loro figli.
Giannino scende per l’ennesima volta in immersione.
Ma questa volta rimane sul fondo.
Viene riportato senza vita in superficie, legando per sempre il suo destino a quello dei commilitoni caduti.
Tra i corpi recuperati, anche il suo.
Corpi identificati grazie alle matricole dei paracadute e delle armi in dotazione.
46 nomi. 46 giovani vite perdute.
Per quel gesto estremo, per quel coraggio silenzioso,
Giannino Caria riceverà la *Medaglia d’Oro al Valore Civile*.
Da allora, il suo nome è diventato simbolo di eroismo autentico, di chi serve il Paese fino in fondo.
Cinquantaquattro anni dopo, la *Difesa* ricorda.
Ricorda i 52 uomini di "Gesso 4".
Ricorda i *46 paracadutisti italiani*.
Ricorda il Sergente Maggiore Giannino Caria, che scelse di affrontare il mare per non lasciare soli i suoi fratelli.
Ricorda tutti coloro che si mobilitarono per restituire corpi e speranze spezzate alle loro famiglie.
Perché la memoria non affonda. Resta viva.